lunedì 9 marzo 2009

F.

Tornavamo dal concerto di Stephan Malkmus. Non mi sembrava fossimo ubriachi, era stata una serata tranquilla (ho scoperto di non essere più giovane da quando ho iniziato a disertare il sottopalco). Franz guidava la sua macchina color pudiesa nella notte della steppa friulana, e mi raccontava di quella volta in cui, guidando sempre nella notte ma da solo, ha incontrato un uomo a passeggio con un dromedario. Stava tornando a casa, era mezzanotte passata e faceva freddo (gennaio?). Le strade di campagna ovviamente immobili, senza vita. Tra Portogruaro e Latisana ha sorpassato un signore basso che camminava sul ciglio della strada, tra l'asfalto e il fosso, trascinandosi dietro il dromedario legato da una cordicella. La vicenda è poi finita anche in televisone, l'uomo deve aver attraversato l'intera pianura padana se non sbaglio. Il Franz è stato preso in giro per mesi. Mi stava raccontando questo, quando ha fermato la macchina al distributore di benzina. Eravamo fermi in mezzo al nulla: attorno i campi più neri, il cielo nero anch'esso e fitto di stelle. Tutta la luce del mondo sembrava scaturire da quell'unico distributore piantato nel niente. I neon delle insegne spandevano attorno un brilluccichio articificiale, felicissimo, sulle pompe della benzina e sui cartelloni pubblicitari. Noi eravamo allegri senza motivo, componevamo frasi a casaccio come i bambini, avvicinando le parole solo perchè assieme suonavano bene. Quando luì scese dall'abitacolo ci accorgemmo che dal distributore arrivavava la musica. La musica!!!! "Parlami d'amore marilù". Faceva ridere quella voce lasciata a perdersi nell'aria e nella solitudine, buona solo per noi e per quei nostri cinque minuti da poco. Abbiamo ballato attorno all'automobile come non sappiamo fare. Abbiamo saltellato e girato, girato, girato sotto le luci al neon.