giovedì 6 agosto 2009

pomeriggio qualunque

A gambe incrociate seduta sul pontile, sulle assi di legno caldo e ruvido. Sotto il pontile solo l’acqua e i pesci. Loro sono snelli e impossibili: blu, giallo e arancio, grandi rispetto agli altri che abitano vicino alla spiaggia. Il ragazzo egiziano li chiama pesci pappagallo e sembra sicuro di quello che dice. Mi fido. Dall’alto li guardo nuotare e sbattere morbidi contro le onde. Aspettano la spinta del mare, la cercano, e quando arriva frullano veloci le pinne squillanti che sembrano ali, si girano paralleli alla cresta dell’onda e si fanno trascinare via un po’più in là. Credevo che i pesci non avessero sentimenti e invece loro sembrano divertirsi. Dovrei chiedere informazioni: i pesci pappagallo sono felici o stanno solo cercando da mangiare? Penso che aggiungerò questo momento alla mia collezione di tempo perduto, e mentre lo penso mi accorgo che forse i pesci non stanno giocando. Forse questo continuo farsi scivolare lontano e recuperare è solo il loro modo di vivere, e tra me e loro non c’è poi quella distanza che immaginavo. Stiamo facendo la stessa cosa: passiamo il nostro tempo e ci lasciamo frangere addosso l’acqua e l’aria e il vento che mi fuma le sigarette. Chiacchiero con un dipendente di Intesa SanPaolo. Mi spiega che i pesci pappagallo sono altri, brucano con il muso la barriera corallina. Ho sbagliato a fidarmi dell’egiziano, e ora non so più cosa sto guardando.

6 commenti:

lillo il cane saggio ha detto...

licia, hai scritto li guardo con l'accento sulla i! ma come un geniaccio come te che mi cade sulla i?!
sarà che sei confusa perchè non sai più cosa guardi, un pò ti capisco io non so più cosa è giusto o sbagliato, ma immagino che per come si sono messe le cose non ci dormirei comunque la notte... tanto se una cosa è giusta o no, mica ti ferma le onde che ti lambiscono, no?
una buona estate licia! è bello rileggerti dopo tanto...

sergio pasquandrea ha detto...

Breve, limpido. Stavo per dire che è una perfetta metafora, ma così sarebbe già sporcarne l'essenzialità.

la madonna del petrolio ha detto...

il post l'ho trascritto seduta sul marciapiedi sporco sotto casa, scroccando la wireless del ferramenta, col sole attorno addosso e soprattutto sullo schermo del portatile, il sudore sotto le ginocchia. se ho sbagliato solo un accento mi è andata anche bene. comunque grazie lillo, correttore prezioso e precisino, e grazie sergej per i complimenti a cui non so come rispondere. (grazie?)

lillo ha detto...

beh sì di professorini è pieno il mondo, no? perchè farlo anche noi? almeno ho la scusa di farlo per vera simpatia, spero che basti... :-)

buone cicale a te licia... ci si sente quando vuoi...

alessandro ha detto...

Hey, è un pezzo davvero piacevole questo! Si scorge assai chiaramente il modo in cui sollazzano nell'acqua quei pesci...Di modi di vivere, fortunatamente, ce ne sono tanti quanti le creature del mondo liquido. Sbagliato fidarsi dell'egiziano? Forse lo è ancora di più fidarsi di un banchiere...Trova al più presto la strada che porta a quel pontile, torna a scrivere dai!

la madonna del petrolio ha detto...

che belli gli incoraggiamenti! mi piacerebbe scrivere di più, ma spesso non ho niente da dire, credo. e anche quando ho qualcosa da dire di solito dico il niente. è che penso solo quando non faccio, la mia è appunto una collezione di tempo perduto, e ultimamente faccio troppo. quasi sempre faccio troppo. non è un vizio o tendenza all'iperattività... è che proprio ho da fare. (sigh!)